La mammella è una ghiandola , caratteristica dei mammiferi, che ha la funzione di secernere il latte. Infatti, pur essendo presente fin dalla nascita in individui di entrambi i sessi, raggiunge il suo completo sviluppo solo in quello femminile durante la gravidanza per svolgere la propria funzione dopo il parto.
Per l’essere umano quest’organo possiede inoltre una indiscutibile valenza estetica, che ha ispirato ogni forma di arte ed ha stimolato la ricerca scientifica ad ideare vari interventi di mastoplastica allo scopo di correggerne dismorfie vere o presunte.
Correlato al ruolo estetico è anche quello erotico, poiché la mammella costituisce, nella maggior parte della culture, una importante attrattiva di carattere sessuale. Alcuni antropologi hanno cercato di spiegare questo fenomeno partendo dall’osservazione che nei primati, come nei quadrupedi, la
principale zona corporea di attrazione sessuale è rappresentata dalle natiche. Negli essere umani il petto quindi si sarebbe sviluppato dopo l’acquisizione della stazione eretta, per compensare la carenza della prominenza posteriore.
Nel linguaggio comune il seno è sinonimo di petto o di mammelle. Questo termine dovrebbe invece riferirsi specificatamente all’insenatura che divide le due mammelle. Certo quest’area anatomica ha acquisito nella cultura occidentale una carica estetica ed erotica rilevante, probabilmente perché è tanto più profondo ed evidente, quanto maggiore è il volume delle mammelle.
Di conseguenza attraverso i secoli sono stati ideati e perfezionati dispositivi atti a renderlo più marcato ed evidente, dai corpetti usati nel passato fino ai più moderni reggiseni ad effetto push-up.
Ovviamente anche la chirurgia ha subito un notevole progresso spinta dallo scopo di ideare e confezionare un seno che sia quanto più vicino all’immaginario collettivo di bellezza e di seduzione.
La mastoplastica additiva è l’intervento più richiesto nell’ambito della chirurgia estetica delle mammelle. Il modello cui normalmente ci si riferisce per definire la bellezza femminile include certamente mammelle ben rappresentate, di dimensione discrete, se non decisamente rilevanti.
Il metodo più sperimentato ed affidabile per aumentare il volume delle mammelle consiste nell’ impianto di una protesi costituita da un involucro di silicone solido molto morbido contenente un gel di silicone più o meno coesivo.
Si calcola che in 40 anni sono stati proposti circa 240 stili diversi e 8300 differenti modelli di protesi mammarie.
Ad oggi le protesi si possono differenziare sulla base del loro profilo, superficie e forma. Le tecniche chirurgiche prevedono accessi periareolare, ascellare, sottomammario.
Personalmente utilizzo una tecnica sostanzialmente nuova che ho messo a punto circa 6 anni or sono e consiste in una combinazione di una particolare tecnica di anestesia e di una particolare tecnica chirurgica che mi consente di eseguire questo tipo di intervento in regime di day surgery e di dimettere molto precocemente la paziente riducendo i rischi anestesiologici e chirurgici e migliorando notevolmente il decorso post operatorio.
Tale tecnica si fonda innanzitutto sulla anestesia locale effettuata con TUMESCENZA FREDDA che mi consente di eseguire l’intervento in assenza di dolore, ma soprattutto in assenza di sanguinamento. Ciò permette una più precisa esecuzione dell’intervento stesso con minor tempo operatorio e con risultati eccellenti. La protesi viene inserita in una tasca di tipo dual plane cioè effettuando un doppio scollamento ed un modellamento del muscolo e della ghiandola determinando un effetto più naturale a tutta la mammella. Per effetto dell’assenza del sanguinamento non vengono inseriti drenaggi postoperatori e la dimissione avviene in tempi molti rapidi e cioè circa un’ora dopo la fine dell’intervento chirurgico. Il decorso post operatorio è molto ben tollerato tanto che le pazienti possono tornare alle loro abituali occupazioni.
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